31 dicembre 2011

Suicide soundtrack

Mi sento così vuota, mi sento che non me ne frega niente di me, che vorrei toccare il fondo e non risalire, che non ne vale la pena, non ho entusiasmo e se penso di farmi male, la cosa non mi sconvolge affatto. Stavo ascoltando una canzone, l'altro giorno, e la scena che mi è venuta in mente è quella di un film in cui c'è una ragazza che decide di impiccarsi e mette un vinile a ripetizione continua e l'amica la trova così: col vinile che continua a suonare e lei in bagno con la corda intorno al collo.
Ho pensato che quella che stavo ascoltando sarebbe stata una canzone perfetta da mettere come sottofondo.

19 dicembre 2011

Life is a blur..

Vorrei stare sulla spiaggia, d'inverno, a guardare il cielo grigio e respirare l'odore del mare fino a bruciarmi i polmoni col sale che ti pizzica le narici; vorrei stare sulla riva, aprire le braccia e godermi l'aria fresca, il rumore delle onde che mi fa sentire libera; vorrei correre sulla spiaggia e non pensare a niente, correre fino a non avere più fiato e urlare fino a non avere più voce; vorrei inseguire il vento sulla riva, al galoppo in libertà, sempre più veloce, sempre più libera, sentirmi il cuore che batte, che esplode, che va al ritmo dei passi del cavallo, della sua corsa sfrenata che è anche la mia, verso l'orizzonte, quale che sia, quanto dista non ha importanza; vorrei piangere e piangere e piangere finchè non ho più lacrime e lo stesso, dopo, continuare a piangere per tutta la gioia e la libertà che vorrei sentire dentro, per la tristezza che sento scorrer via, per la vita che ho, per il dolore che in quell'attimo dimentico; vorrei correre, correre e correre, scappar via, per un attimo dedicarmi a me, alla mia libertà, pretenderla solo per un attimo, senza sentirmi in colpa o in dovere; vorrei le onde infrangersi con forza e vorrei lasciare a loro tutta la rabbia che ho dentro, sbatterla via su uno scoglio, violentemente e lasciarla lì a esser portata via dai flutti e dal vento che mi spettina i capelli; vorrei non mi importasse di niente, del tempo e dello spazio, vorrei urlare che questa vita è mia e ne faccio quello che mi pare, vorrei sentirmi libera solo per un attimo, solo per un attimo di questa esistenza che altro non è che una macchia confusa di tutto, di cose che si mescolano tra loro ed emozioni che si intersecano, istanti che fuggono e non tornano più; vorrei sentirmi leggera e correre, correre a braccia aperte senza importarmi dove vado, cosa succederà, solo questo, godermi questo momento per sempre; vorrei sentire i piedi sul bagnasciuga, scappare dall'acqua fredda delle onde che mi inseguono e rotolarmi sulla sabbia, giocare con il cane e ridere con lui di quanto è semplice questa giornata; e piangere, piangere di questa semplicità che non ho mai conosciuto e urlare, urlare che è così che vorrei la mia vita, non mi importa di niente altro, solo queste cose, la libertà dentro, la spinta a correre e la forza di piangere, un cane con cui condividere le corse e una cavallo per correre ancora più veloce, sentire l'aria fresca sul viso e gli schizzi d'acqua sulle gambe; sentire qualcosa che mi esploda dentro sapendo che non finirà, che non morirà come invece è sempre, sapere che c'è, che è possibile, che la libertà esiste anche per me, che me la potrei concedere, che potrebbe essere solo mia, che questa vita sfuocata e imperfetta va bene anche così, senza imposizioni, senza bisogno di dovermi sempre dire "devo, devo, devo..", la voglio una vita sfuocata, che mi emozioni sempre, che mi faccia sentire la libertà dentro e che mi faccia salire le lacrime agli occhi per le piccole cose, che mi faccia galoppare e mi faccia sentire la spensieratezza, le urla di una libertà che non conosco, le lacrime per la felicità di viverla.
Life is a blur..

16 dicembre 2011

Fallin' down..

Mi sento cadere, giù, sempre più giù, come se mi vedessi dall'alto precipitare in un burrone e mentre vado giù e giro su me stessa vorticosamente sento il rumore dell'aria che si sposta, come le pale di un elicottero che prendono velocità. Sempre più giù, sempre più buio, sempre più veloce, sempre più veloce. Ci potrà mai essere niente che mi possa far risalire? Non mi fermo, vado giù e basta, non ce la faccio, forse non voglio, fa paura risalire, fa paura andare avanti, fa paura e forza non ne ho, mi lascio andare, cadere, precipitare. Non mi basta più niente, non mi basta più il male che mi faccio, i tagli non sono più sufficienti, c'è sempre una voce che mi dice di continuare, che potrei fare di più, che potrei farmi più male, che fermarmi è sprecato, che fermarmi sarebbe una colpa, mi spinge sempre più in fondo, sempre oltre, non si accontenta, non si sazia, mi vuole sempre più sprofondata, mi accompagna in bagno a vomitare l'anima, a farmi bruciare la gola, a farmi male allo stomaco, a spingere qualsiasi cosa di tagliente ci sia intorno a me e il sangue non basta che lo veda una volta, mi dice "continua, continua.."mi martella in testa: non mi oppongo, spingo la lama e vaffanculo, stai zitta, basta che la smetti, tieniti tutto il sangue che ti pare, tutti i maledetti fottuti tagli che vuoi, tutto il vomito che chiedi, che cazzo, basta che la smetti di sussurrarmi, basta che la pianti di torturarmi l'anima. Ti puoi prendere tutto il braccio, se ti va, godici a vedermi così che forse ci godo pure io, forse mi piace, forse me lo stai facendo piacere, forse più taglio e più mi sento fottutamente libera da chissà quale cazzo di peso che mi ingombra dentro..o forse no, che me ne frega, fa quel cazzo che ti pare, ormai. Spingimi più giù, non sto cadendo troppo lentamente? Dammi una spinta, così la finiamo, l'agonia è più atroce della fine stessa, in fondo, no? Cosa vuoi? Fammi male, dai, continua, continua, non mi importa, dai, cazzo, che aspetti? O sei troppo debole per farlo? DAI, MANDAMI GIU', che non ti costa niente, quanto è profonda questa cazzo di fossa? Porgimi la lama, che ad alzare la manica non ci impiego niente: come il tossico con la spada, in cerca di un estasi che lo allevii da quello che ha dentro, dal vuoto che incombe, che pesa come un macigno, da qualcosa che mi manca, ma che allo stesso tempo è troppo di tutto, che non so gestire, emozioni e sensazioni che non so controllare, che non riesco a placare, che lascio andare troppo, che mi sovrastano e mi confondono.
A volte sento tutto, troppo, a volte non sento niente, mi annullo, mi svuoto, mi spengo, forse tu in fondo stai solo guardando e la spinta in realtà me la sto dando da sola, mentre cado mi giro a pancia in sù, ti guardo dal basso, tu sull'orlo di quel precipizio mi tieni d'occhio, non riesco a scorgerlo, ma so che hai un ghigno leggero sulle labbra, chiudo gli occhi e serro i denti, so che l'impatto al suolo sarà forte, che la schiena farà male, che si sentirà un tonfo sordo, che mi guarderai soddisfatta e contemplerai lo spettacolo per un po', prima di girarti e andare via o scendere giù a raccogliere i cocci: atterrerò a braccia aperte e l'urto mi toglierà il fiato, lo so, così serro i pugni e chiudo gli occhi...
Ciao, Rombo   :'(

13 dicembre 2011

Frammenti di libri.. (Parte 2)

Tratto da "Le pillole di Aristotele" di Lou Marinoff:
       Capitolo Quinto: "E' proprio necessario che tu soffra?"

[Cerca di immaginare un prigioniero rinchiuso in una cella con sbarre molto pesanti alla finestra, all'interno di una prigione con mura molto alte e guardie armate in ogni angolo. Ma si tratta di una prigionedavvero particolare: la porta della cella è sempre aperta, proprio come il portone della prigione stessa e le guardie armate sono lì solo per impedire alla gente di entrare, non di uscire.
Il prigioniero, comunque, è convinto che questa sia la solita prigione e così resta chiuso nella sua cella che, a dire il vero, è molto confortevole. E' ben arredata e offre numerose distrazioni: ci sono libri e CD, la tv via cavo e persino un computer. C'è un bar ben fornito, il cibo è buono e si possono ricevere regolarmente le visite dei familiari e amici. Il prigioniero deve svolgere una certqa quantità di lavoro noioso, ma può anche indulgere a interessi e hobby.
Proprio bella per essere una prigione. Eppure il prigioniero è profondamente infelice, semplicemente per la consapevolezza di essere tenuto prigioniero. Gli piacerebbe fuggire e crede che, se lo facesse, sarebbe automaticamente felice. ma ritiene anche che scappare sarebbepericoloso e - con tutta probabilità- impossibile. Così ci rinuncia. Il prigioniero fa ricorso ad una serie di altre "fughe" all'interno della cella: cibo, alcol, droga, sesso, libri, tv. Tutti questi espedienti funzionano, ma solo temporaneamente. Il ritorno alla realtà diventa sempre più doloroso, rendendo necessariamente, di volta in volta, una diversione maggiore per giungere fino alla fuga successiva. Queste diversioni lo portano anche a fantasticare su come sarebbe bella la vita al di là di quelle mura e, quindi, al rimpianto di quanto si perde restando in cella. Milioni di persone vivono in una prigione come questa. E' la prigione della sofferenza. Soffri quando subisci un torto, quando ti confronti con il male, quando sei trattato in maniera ingiusta. Soffri anche quando fai un torto agli altri e quando commetti un'ingiustizia.
Così anche tu, come il prigioniero di prima, cerchi di alleviare il malessere con distrazioni temporanee, continuando a credere di essere costretto a restare in cella. Ma è un'illusione: infatti se sei libero di uscire e di andartene ogni volta che vuoi, se solo riesci a staccarti dalle distrazioni che ti sono così familiari e comprendi che la porta è sempre aperta.
...puoi trovare una miriade di porte che conducono all'inferno, ma ce ne sarà sempre una che conduce al paradiso. Anche se tutti dicono che vogliono varcare la soglia del paradiso, molti varcano senza esitazione tutte le porte che conducono all'inferno. Forse dobbiamo imparare a conoscere le scritte sulle porte e a renderci conto che la porta della nostra cella è aperta, così da poterci lasciare alle spalle la sofferenza.]

Gemelli DiVersi - Icaro


Cerco un po’ di coraggio
mentre ti guardo da quaggiù
splendi e mi illumini ma,
lacrime di pagliaccio bruciano
dentro il volto di noi uomini
deboli e stupidi.
Spiega le ali di cera per arrivare a lei
dove l'aria è più leggera e amare rende dei

Non rinunciare mai,
apri le ali e vai,
non è l'ultima volta che cadrai ma ti alzerai,
vedrai la troverai e allora volerai,
oh Icaro!


Quante volte sfiori il sole
e rimani col cuore a pezzi,
precipiti in un mare di dubbi
sui tuoi insucessi,
solo il Signore sa quanto male
m’ ha fatto l'amore,
non ci son parole rimane tra due persone.
Ti trovi solo al suolo e
non sai più chi sei,
ti resta di lei solo di lei.
Ma io volerò una voce mi dice
farlo è possibile,
non smettere di credere
per me vuol dire vivere.

Non rinunciare mai,
apri le ali e vai,
non è l'ultima volta che cadrai ma ti alzerai,
vedrai la troverai e allora volerai,
oh Icaro!



Arrivare fin lassù non,
sai più che senso ha,
ma non vuoi di certo
vivere a metà
Verrà il giorno in cui vedrai
nel cielo solo lei e
con un battito di cuore volerai.

Tutti vogliono volare,
ma quanti sono disposti
a rischiare di farsi male, cadere,
ricominciare tanti si accontentano
solo di camminare, ma tappando le ali al cuore che cosa si vive a fare?
perchè senza amare siamo angeli a metà
a volte viene da pensare quello vero non esiste
ma il cielo è pieno di stelle e di certo
c'è una di quelle più belle che splende solo per me.
Ma è coperto da qualche nuvola passeggera
ormai non ho più paura e resisto in questa bufera.
Perchè noi persone dopo storie che finiscono,
siamo proprio come tanti Icaro che dicono.

Non rinunciare mai,
apri le ali e vai,
non è l'ultima volta che cadrai ma ti alzerai,
vedrai la troverai e allora volerai,
oh Icaro! 


P.S. Veggie, quando la ascolto mi vieni in mente tu, ti abbraccio forte.