11 novembre 2011

Starving for... life

 Forse questo post non avrà senso, forse sembrerà che dico un mare di stronzate, un sacco di contraddizioni, ma non è così, a volte c'è così poco spazio dentro me, che preferisco stare a digiuno e sentire la felicità di un attimo vissuto, che riempirmi la pancia e non sentire niente. Preferisco vivere di un'emozione che di cibo, preferisco vomitare un piatto di pasta, piuttosto che negarmi un momento di serenità durante la giornata. Non è più questione di essere arrabbiata o triste o delusa, sembra faccia parte di me, quella spinta che mi nasce dallo stomaco ogni volta che qualcosa va bene o male, ormai non ha più importanza. Sembra non mi voglia abbandonare, sembra che io non la voglia abbandonare, sembra che mi stia sempre affianco, sembra che mi tenga per mano, quasi a rassicurarmi che comunque lei c'è. Ed è vero, c'è sempre, ogni istante che ho vissuto e che vivrò, è una croce che mi sono caricata appresso, che stia bene o male, che sia felice o arrabbiata, è sempre lì a riempire quello che ho dentro, non c'è spazio per altro, ci sono solo emozioni e belle o brutte che siano, il risultato è sempre quello: se si aggiunge dell'altro, qualcosa deve andar via e quel qualcosa è inevitabilmente il cibo. Forse non sono capace di vivere in modo giusto le emozioni, forse sono troppo sensibile e le vivo troppo intensamente, le faccio talmente mie, talmente "vitali" che mi bastano quelle per andare avanti. So già tutto, so com'è, come potrebbe essere, so cosa succede, quello a cui vado incontro. Conosco il significato di ogni mal di testa, di ogni momento di debolezza o di ogni istante in cui a volte mi sento come se il pavimento mi mancasse da sotto i piedi, conosco l'esatto istante in cui decido che andrò a vomitare ed è una di quelle volte in cui non mi fermerò, in cui mi annullerò pur di farlo e non sentire il senso di colpa, la pesantezza perchè sono troppo piena di qualcosa oltre le emozioni. Ormai non ha più importanza cosa sia, se sono triste, vomito, se sono arrabbiata, vomito, se sono felice vomito, se sono qualsiasi cosa, la fine è sempre quella. Sarò cinica, superficiale, ma anche quando stavo bene, alla fine il pensiero era sempre lì, girava comunque intorno all'anoressia, al peso e a tutte queste stronzate, quindi pensarci per pensarci tanto vale..
So che è sbagliato, so che non è sano, so che mi faccio male, ma forse è l'unico modo per stare un po' più tranquilla. Forse semplicemente non me ne frega un cazzo se vado a ficcare la testa nel cesso per vomitare, forse non me ne frega quanto faccia male tagliarmi, alla fine lo faccio per questo, no? Per sentire qualcosa, per sfogarmi, per vedere che mi posso far male, per farlo e basta, perchè sono così. A volte sento che c'è qualcosa in me, qualcosa di così forte che qualsiasi cosa succeda ci posso star male, ok, ma alla fine c'è come una sorta di istinto di sopravvivenza che mi spinge da solo a rialzarmi, come se mi venisse naturale, come se qualcosa dentro me abbia sempre la forza di stare a galla, di venirne fuori. Prima lo ignoravo, mi spingevo da sola a fondo, ora non voglio più farlo, voglio fare le cose che mi rendono felice e se questo significa che se un giorno sono contenta, non c'è spazio per un piatto di spaghetti, cosa me ne frega, alla fine? Mi sto arrendendo? Va bene, ok, hai vinto tu, tanto vincerai sempre tu, questo è il mio compromesso: ti permetto di portarmi in bagno, di non farmi mangiare, di sentire la fame, d'altra parte io sento le emozioni, sento la felicità e soprattutto non mi faccio fuori, mi godo gli istanti facendo quello che voglio io, senza sentirmi in colpa se sono felice, senza pensare se sto compiacendo o meno gli altri. Voglio vedere cosa succede così, forse è così che deve andare, forse è l'unico modo per godermela un po' questa vita, l'unico modo in cui sono capace di viverla.