22 maggio 2011

"Briciole" @ 1:30:00

Lettere tratta dal libro e dal film ispirato che Saverio scrive a Sandra prima di morire di overdose.

 "Dove sei finita? Ieri ti ho aspettato al nostro angolo tutto il pomeriggio..poi sono andato a parlare del viaggio in Cina con quel mio amico, e lui ha detto che va bene anche per te: farai il mio aiuto, l'aiuto dell'aiuto. Non mi dare buca, mi raccomando! Anche perchè dopo quello che abbiamo deciso insieme ho pensato che tanto vale smettere subito, da stanotte. Guardo la roba che oggi mi ha portato un mio amico, sono passate 7 ore e non l'ho toccata, sto vincendo io, è ancora lì sul comodino. E questa volta credo che possa restarci per sempre..adesso un pizzichino me la sparo. Il bicchiere della staffa per brindare alla fine di un incubo..questa volta sono sicuro: HO VINTO! Sai sto pensando, qualcuno DOVRA' PURE FARCELA, NO?"

18 maggio 2011

Perchè non mi lasci andare....?

Perchè mi incateno inesorabilmente a quella che sono stata e non mi lascio vivere la mia vita come vorrei..perchè non mi lascio libera di esprimermi come voglio e non mi lascio anche solo sognare i miei desideri più reconditi..perchè non mi lascio libera di avere le mie esperienze e perchè non mi concedo il diritto di sbagliare e prendermene le responsabilità..perchè non posso avere paura di sbagliare e nonostante tutto, sbagliare..perchè non posso rendermi conto di aver fatto la scelta giusta e godere di questo piccolo successo..perchè non posso credere in me stessa e in quello che valgo, nel mio essere, nella mia anima perduta, nel mio corpo torturato, nel mio sguardo perso, nel mio amore verso me smarrito da anni..perchè non posso amarmi e concedermi a chi amo senza vergogna di quello che possa vedere in me..perchè non posso sentirmi sicura di me senza pentirmene o sentirmi in colpa..perchè non posso essere entusiasta delle forze che ho e che uso per andare avanti..perchè non posso vivermi senza sensi di colpa e godermi quello che la vita mi offre..perchè non posso essere spensierata nei gesti più quotidiani, invece che pentirmi di ciò che faccio e farlo poi ripercuotere su di me..
E' tutta colpa tua, perchè non mi lasci in pace, maledizione? perchè non te ne vai, cazzo? E scollati, lasciami vivere, che vuoi ancora da me? Ti sei già presa tutto quello che potevo darti, ti sei presa i miei pensieri, i miei stati d'animo, le mie emozioni, la spensieratezza, la voglia di vivere le cose più semplici..che vuoi di più? che cazzo vuoi di più? Lasciami andare, per favore..esci dalla mia testa, esci dalla mia anima, lasciami libera..sono anni che mi stai dietro, incollata, che mi perseguiti..che non mi permetti di amarmi, anche solo un po'..non pretendo molto..vorrei solo potermi guardare e non vedere nient'altro che me. Non ho più niente da darti, maledico quel giorno..vorrei non averti mai incontrata, vorrei che quel giorno non fosse successo niente di tutto quello che è accaduto, ma è come quando incontri qualcuno di veramente speciale e ti ricorderai quell'avvenimento per la vita, se ancora te ne rimane. Io me lo ricordo quel giorno, come fosse ieri e tu? Io penso che tu non ricordi niente di quello che mi hai tolto, altrimenti non mi chiederesti ancora tutte le mie forze per fartene niente. Che te ne fai ancora dei miei digiuni, della mia rabbia, del mio rancore e del mio rimorso? Cosa speri di ottenere quando mano nella mano mi porti in bagno a farmi vomitare l'anima? Te la sei già presa e la rivorrei, un tempo era mia, lo sai.. Dai, scollati di dosso, cazzo..

17 maggio 2011

Frammenti di libri.. (Parte I)

Tratto da "In un milione di piccoli pezzi" di James Frey:

[Chiudo gli occhi e lascio che il mio corpo si chiuda in sè e lascio vagare la mente. Vaga fino ad un luogo familiare. Un luogo di cui non parlo e non ammetto l'esistenza. Un luogo dove ci sono solo io. Un luogo che odio. Sono solo. Solo qui e solo al mondo. Solo nel cuore e solo nella mente. Solo dappertutto, sempre, da quando ho memoria. Solo con la mia Famiglia, solo con i miei amici, solo in una Stanza piena di Gente. Solo quando mi sveglio, solo lungo ogni spaventoso giorno, solo quando finalmente trovo il buio. Sono solo nel mio orrore. Solo nel mio orrore.
Non voglio essere solo. Non ho mai voluto essere solo. Lo odio. Odio non avere nessuno a cui parlare, odio non avere nessuno da chiamare, odio non avere nessuno che mi prende la mano, che mi abbraccia, che mi dice che andrà tutto bene. Odio non avere nessuno con cui spartire le speranze e i sogni, odio non avere più speranze e sogni. Odio non avere nessuno che mi dica di tenere duro, che posso ritrovarli. Odio che quando urlo, e urlo da forsennato, sto urlando al deserto. Odio che non c'è nessuno che sente le mie urla e che non c'è nessuno che mi aiuti a imparare come smettere di urlare... Odio che quello a cui mi sono rivolto nella mia solitudine mi sta ammazzando, mi ha già ammazzato o mi ammazzerà presto. Odio che morirò solo. Morirò solo nel mio orrore.
Più di ogni altra cosa, tutto quello che ho mai desiderato è di essere vicino a qualcuno. Più di ogni altra cosa, tutto quello che ho mai desiderato è di sentire di non essere solo... So scappare veloce quando voglio scappere, e sono sempre stato bravo a distruggere le cose. ]

8 maggio 2011

It's hard to say how I feel today..

Mi chiedo se mai riuscirò a dire come mi sento..le mie emozioni son piene di "non so e boh"..mischiati a rabbia e angoscia, malinconia e felicità. Tutte sensazioni represse, stanno li da chissà quanto tempo e non le riesco a estirpare ed è brutto così, perchè poi so verranno fuori all'imprvviso, senza avvisarmi, quando meno me l'aspetto, mi prenderanno alla gola, cercheranno di soffocarmi, mi faranno sentire pesante, ingombrante, piena di qualcosa che son stufa di avere, ma che non riesco a fare a meno di tenermi, perchè so che se ci sono tutto va bene..bene per modo di dire, però sono sicura di quello che c'è, niente di strano o sconosciuto, qualcosa che conosco è sempre più facile da gestire di qualcosa che non conosco. Si sono insinuate pian piano, non ricordo nemmeno quando di preciso..un groppo in gola, un pianto trattenuto e ingoiato a forza, perchè in quel momento non si poteva sfogare, non se ne aveva la forza o semplicemente avevo paura di sentire le lacrime scorrer giù. Me lo tengo, mi tengo l'angoscia, la rabbia, l'infelicità, la malinconia e le schiaccio, sempre più giù, sempre più in fondo, sempre più forte le devo premere giù, perchè man mano che il tempo passa non me ne accorgo, ma loro aumentano, crescono e non me ne accorgo solo perchè ormai ci sono abituata a mandar giù, in automatico. Mi vien facile, andare avanti, mi sento schiacciata ma non me ne rendo veramente conto..che ironia..avere un fardello così pesante dentro e pensare di essere tu stessa il fardello, ma non c'è sbaglio più grande di far tue quelle emozioni, pensare di essere tu stessa quell'angoscia, quella tristezza. Volersi annullare per non sentirsi, volersi annullare per far fuori quel grigiore..in realtà faccio fuori solo me stessa e paradossalmente più mi faccio fuori, più quelle appaiono, più mi annullo, più il fardello cresce e si insinua, si nutre della voglia che ho di dire basta, di volermi arrendere. Non me ne rendo conto e quel poco di luce che una volta potevo scorgere, anche in lontananza, svanisce sempre più debole, si affievolisce sempre più, poi diventa come un lampeggiante e poi si spegne e mi sento persa..con quel groppo sempre lì, in gola..Giù non può più andare e rimane lì, fermo, immobile, non riesco a respirare bene e così non vivo bene, vivo arrancando, con la costante mancanza d'aria..senz'aria si muore.
Poi succede qualcosa..una carezza inaspettata, una parola in più da qualcuno che era da tanto non me ne diceva, un gesto che ormai mi ero arresa ad avere, lo desideravo, ma ci avevo perso le speranze. Un gesto che non ho mai osato chiedere, perchè chiedere è troppo, perchè chiedere non si può e non per orgoglio, semplicemente non si fa, bisogna sempre cavarsela da soli. Mi faccio forza e faccio quello che mi hanno insegnato, stringo i denti e continuo..da sola..quel gesto, quella carezza la vorrei con tutta me stessa e la vorrei chiedere, ma c'è quella stramaledetta vocina che mi dice "è inutile che lo chiedi, è così, non lo puoi avere..lascia stare" e lascio stare, ma d'altra parte c'è quel pezzo del mio cuore che necessita costantemente e fervidamente quel gesto d'amore, di vicinanza. Inutile dire che vince la vocina ferma e razionale che mi impedisce di concedermi una briciola di felicità..una briciola di buon umore, che mi faccia sentire soddisfatta del mio mondo, del mio essere, della mia persona, della mia vita. Ma è come una tentazione, più ci rinunci e più ti tartassa la mente e penso "insomma, voglio questa carezza, la posso avere? Per favore mi dai una carezza e mi dici che mi vuoi bene e che andrà tutto bene, che mi sei vicina nonostante tutto, nonostante la vita ci abbia separate, nonostante tutto quello che è successo, mi sei ancora vicino? Per favore, per favore..dimmelo, dai, dimmelo..per favore.." lo penso, ma non lo dico..lo urlo con tutte le forze, ma solo nella mia mente..lo urlo dentro me, ma non lo sente..allora urlo ancora un po, poi mi arrendo e penso che la prossima volta davvero glielo chiederò, davvero mi concederò quella forza di aprire la bocca e pronunciare le parole, so che non mi dirà no, so che mi sarà vicina, ma penso che se non è più niente come prima, allora forse non ne vale la pena. Come se una carezza data ora mi farebbe vedere veramente la differenza tra le carezze di un tempo e quelle di ora, come se marchiassero indelebilmente questo divario, come se sottolineassero le vicissitudini che ci sono capitate e le sottolineassero a livello emotivo. Razionalmente so che niente è come prima, è di pancia che ancora non riesco a far mio questo cambiamento..evidentemente ne ho paura. Ma le vorrei queste coccole, come quando ero piccola e prima di andare a letto parlavamo sempre un po' e mi accarezzava i capelli, come quando la sera davanti alla tv mi massaggiava i piedi poggiati sulle sue gambe, come quando mi veniva a prendere a scuola e si preoccupava per me, come quando ero malata e mi andava a comprare i fumetti. Ora non è così..ora non viene a trovarmi, ora non mi accarezza, ora non guardiamo la tv insieme, ora se mi ammalo mi devo arrangiare da sola. Non mi coccola più, immersa nel suo mondo, sperduta anche lei su una strada diversa dalla mia, ma ugualmente tortuosa, ci siamo perse di vista nel momento in cui lei ha scoperto il suo male e io cercavo di staccarmi da lei come un'adolescente lotta contro il mondo..io seguivo il mio percorso, lei cercava di proteggermi da quello che aveva intrapreso, non ci comprendevamo, ognuna intenta a proteggere se stessa dall'altra, ci arrabbiavamo e cozzavamo perchè entrambe volevamo capire ma ci chiudevamo per proteggerci. Ci siamo perse per strada, ci siamo divise..ma se ami davvero qualcuno, mai potrai dimenticarlo, puoi far finta che non ci sia, che non ci sia mai stato, ma nel profondo si sa che non è così. Per questo quella voglia di carezze aumenta, perchè so che le potrei avere se solo le chiedessi, ma non ho il coraggio di chiedere..aspetto, aspetto, aspetto ancora..ed ecco, in un giorno inaspettato, tranquillamente, un nodo di quel fardello comincia a cedere, scricchiola leggermente, comincia a sciogliersi e tutto questo in mezzo minuto. Potrebbe sembrare un percorso che richiede ore, giorni e invece in una manciata di secondi quel groppo in gola comincia a salire, non vuole scendere, sa che non deve essere ingoiato, sa che giù, in fondo nello stomaco non c'è posto, sa che se finisse lì poi lo vomiterei come tante altre cose perchè non ce la farei a tenerlo dentro. Non deve fare quella fine, deve salire in bocca, deve essere assaporato nel modo giusto, lo devo sentire, ne devo sentire il sapore che inizialmente può sembrare amaro: sa di tristezza e rabbia, malinconia e solitudine, ma poi comincia a diventare man mano più dolce e sale ancora, fin nella testa, mi fa sentire debole, vulnerabile e arriva agli occhi..scendono le lacrime, non le trattengo,le lascio andare ed è lì che arriva quella carezza tanto attesa: la carezza di una madre che vede la figlia soffrire e non vuole vederla così..mi coccola e io mi stringo a lei. Penso a quello che abbiamo avuto e a quello che ci è stato strappato, a quello che non potrò mai vivere con lei e lei con me..a quello che non le potrò mai confidare, alla strazio nel vedere che non è più come prima, alla rabbia nel non riuscire ad accettarlo..penso al bene che mi vuole e che non mi dimostra, a tutte le carezze che vorrei e che non chiedo, a quelle che lei non mi dà non perchè sia cattiva, ma perchè forse fa male anche a lei accarezzarmi come una volta. Mi chiede perchè piango, ma non le dico il perchè..mi bastano le sue coccole, mi sono mancate e sono proprio come vagamente le ricordavo. Vorrei non finissero mai, vorrei poterle riavere sempre, vorrei, cazzo, vorrei avere di nuovo 12 anni, vedere un'ultima volta com'erano le cose, com'era tutto a quel tempo..ma so che sarebbe inutile, renderebbe solo peggiore il ritorno alla realtà. Allora le dico che le voglio bene, me lo faccio bastare, chiudo gli occhi e mi concedo le ultime carezze, dopo sarò pronta per tornare a combattere contro me stessa o qualunque altra cosa, ora voglio stare ancora un po' qui. " Mi coccoli ancora un po', mamma?" ...penso....