7 ottobre 2011

Andata in fumo

Inizio a scrivere e già vivo di sogni, immagino e vorrei trascrivere scene che mi appaiono in mente, paesaggi, situazioni e luoghi che vorrei facessero parte della mia realtà..ma non è così. So, ne sono pienamente cosciente che sto vivendo di fumo, fumo acre di quello che incessantemente e ostinatamente ti brucia gli occhi fino a farteli lacrimare. Ma non è il fumo, sono io. Piangerei ugualmente anche se fosse una splendida giornata di sole, o una notte limpida e fresca piena di stelle. Il mio cuore è in fumo, la mia anima è in fumo, io sono in fumo dentro. Completamente, intensamente grigio; nemmeno nero che significherebbe rabbia di quella cattiva e vendicativa, no, solo un semplice e orribile e insipido grigio fumo intenso, pesante, compatto, pungente. Lo vedo, come un nuvolone grande che invade tutto, che occupa tutto. So che dietro c'è qualcosa, dietro c'è sempre qualcosa, anche il cielo più cupo e buio nasconde la luce, so che in fondo a quel grigio le emozioni ci sono, sono lì, ma non le percepisco come vorrei, non le vivo, le vedo, le riconosco, ma non me le godo, lascio che ci divida questa coltre di fumo e lascio che sia lei a prevalere. Appena sfioro un'emozione, lascio che si interponga il grigio perchè non sono forte abbastanza da voler essere felice di aver provato qualcosa, non sono abbastanza coraggiosa, non voglio lasciarmi andare, non posso permettermelo. Mi fa paura, tanta, mi fa tremare dalla paura, mi fa contrarre i muscoli e mi fa tendere come una tigre che si prepara all'agguato, in questo caso il mio agguato sono io: mi attacco da sola, da sola riesco a farmi fuori. Dico che voglio vivere di emozioni, dico che ne ho bisogno, ma in fondo le vivo già, ogni giorno, dalla più banale alla più forte, ma questo mi fa una fottuta paura e perciò mi è più facile negare che lo stia già facendo per non affrontarle. Vivo in un continuo di illusioni e di sogni che vorrei fossero realtà. In verità i miei sogni son troppi, tutti diversi, tutti liberi e al contempo incatenati. Mi sto distruggendo e nella maniera più dolce che ci possa essere: sognando. Vedo qualcosa e sogno di poerla avere io, ma non parlo di oggetti, non intendo in maniera materialista, parlo di libertà dell'anima, parlo di leggerezza in me stessa, semplicemente di felicità, quella che ora non ho, che nessuno può darmi, che per forza dovrò trovare in me stessa, per quanto faccia male, per quanto sia dolorosa la ricerca e per quanto questa comporti fatica e tenacia e dolore e rinunce. E' strano, dover cercare la felicità in un modo così spietatamente sofferente, è ancora più strano che lei non mi appartenga, che non sia naturalmente mia, che non faccia parte di me. E se anche così fosse, dov'è ora? Dove l'ho perduta? In quale sentiero l'ho lasciata indietro? Non posso tornare indietro a prenderla, la strada è troppo tortuosa per farla a ritroso, rischierei di perdermi anche una volta ritrovata e così poi la perderei nuovamente. Potrei cercare di far crescere qualche pezzettino di pseudo felicità che ancora aleggia nel mio cuore, ma non c'è niente in me stessa che mi dia la forza di farlo, fuori è inutile cercare, so che deve partire da me per forza, prenderlo dall'esterno sarebbe solo una merea illusione, l'ennesima, e avrebbe la durata di un sospiro, di quelli che si esalano in quel secondo in cui si ha appena attraversato una magnifica, breve esperienza di qualsiasi tipo, che abbia dato la sensazione di essere vivi, e quest'attimo dura pochissimo, solo il tempo di accorgersene a mala pena. Non ne sono capace, di godermi la consapevolezza di essere libera, mi dimentico di esserlo, me lo devo ricordare continuamente, scordandomelo ripetutamente. Non sono felice, ecco la realtà, o a volte lo sono ma non nel modo che vorrei, non nell'intensità e nella maniera di vivermi questo benessere, mi anestetizzo, mi svuoto, non mangio o vomito, tanto vuoto per vuoto poco mi cambia, poco mi importa. Forse un giorno ci sarà, quel qualcosa che nascerà in me, che io lo cerchi o che nasca da solo, sboccierà da tutto questo grigio che mi fa lacrimare gli occhi, che mi soffoca il respiro, che mi annienta dentro, forse un giorno..

3 commenti:

  1. "Si vis pacem, para bellum"
    prendi in mano le redini della tua vita, galoppa veloce e spazza via il fumo grigio intorno a te..

    ciao ciao

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  2. @ Anonimo: "quod me nutrit, me destruit"..sono stanca di lottare, fosse anche solo per la pace..

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  3. anche a me hanno detto che mi sono arresa e si capisce proprio dal mio ultimo post..
    se vuoi passa..mi farebbe piacere..

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